La stagione del fare Dichiarazione dei redditi con criptovalute Quest'anno arriva con novità. Era già noto che l’Agenzia delle Entrate avrebbe prestato maggiore attenzione alle criptovalute nelle dichiarazioni dei redditi annuali, richiedendo ai contribuenti di dichiarare i profitti e le perdite ottenuti nelle loro operazioni crittografiche e creando nuovi modelli di informazione che devono essere presentati principalmente dagli scambi di criptovalute. Chiariamolo.
Cosa sono i modelli 172, 173 e 721
Dall’inizio del 2024 ci sono nuovi modelli che alcuni attori dovranno presentare al Tesoro. È importante notare che questi modelli sono solo informativi, in modo che l’Agenzia delle Entrate possa raccogliere più dati sulle criptovalute in possesso dei cittadini.
I modelli 172 e 173, approvato nel Ordinanza HFP/887/2023, del 26 luglio, devono essere presentati da "persone ed enti che offrono servizi di intermediazione, di custodia di chiavi crittografiche o di scambio tra valute virtuali e valute fiat o tra valute virtuali diverse", per lo più scambi.
El Modelo 172, denominata "Dichiarazione informativa sui saldi delle valute virtuali", serve per informare l'Erario sul valore in euro, sulla quantità e sulla tipologia delle criptovalute detenute dagli utenti su diverse piattaforme e società al 31 dicembre dell'anno precedente.
El Modelo 173, invece, include i dati sulle operazioni effettuate dagli utenti durante l'anno precedente, come prezzi di acquisto, vendita e scambio, nomi delle criptovalute acquistate, numero di unità acquistate e vendute, valore in euro, commissioni e spese associate.
L'ultimo modello approvato nell'ordinanza del 26 luglio è il 721. Si rivolge esclusivamente ai privati e impone a chi possiede più di 50.000 euro in criptovalute negli scambi all'estero di presentare detto documento in modo che l'Erario abbia prova di tale saldo e possa confrontarlo con la dichiarazione dei redditi del soggetto che lo presenta.
Nuove caselle nella dichiarazione dei redditi 2023
Oltre a questi nuovi modelli informativi, i guadagni e le perdite con le criptovalute devono essere computati come reddito da risparmio nella dichiarazione dei redditi. Sebbene non si tratti di una novità, ogni anno l'Agenzia delle Entrate adegua ulteriormente la modulistica in cui devono essere inserite le informazioni per effettuare i calcoli finali.
Come l’anno precedente, anche nel 2024 la Dichiarazione dei Redditi prevede una sezione specifica per le criptovalute, ovvero dalla casella 1800 al 1814. Ad esempio, nelle caselle 1802 e 1803, il contribuente dovrà invece specificare le criptovalute scambiate e ricevute; nelle caselle 1804 e 1806, i valori di permuta e di acquisizione per calcolare se in ciascuna operazione vi sia stata una plusvalenza o una minusvalenza.
Per quanto riguarda gli importi da versare al Tesoro, le sezioni sono le seguenti:
- Per i profitti derivanti da operazioni effettuate con criptovalute inferiori a 6.000 euro, il pagamento è pari al 19% del profitto.
- Se sono superiori a 6.000 euro ma inferiori a 50.000 euro, sarà del 21%.
- Tra 50.001 e 200.000 euro, il 23%.
- Tra 200.001 e 300.000 euro, il 27%.
- Sopra i 300.001 euro28, XNUMX%.
Per quanto riguarda le perdite, quelle computate in un anno fiscale potranno essere utilizzate per le future dichiarazioni dei redditi, rimanendo come una sorta di “saldo” per compensare gli utili futuri, entro un periodo massimo di 4 anni.